Andiamo a provare il circuito della Gran fondo in mountain bike di Costacciaro, si dice che ci saranno almeno 1000 persone, la curiosità è tanta. Si parte e subitoci sono degli stradoni che faranno la prima selezione, a me non piacciono ma le gare sono così, poi però s’inizia a fare sul serio, e la strada s’impenna decisamente. Si sale verso monte Cucco e anche se la strada è sempre scorrevole, la fatica farà altre vittime il giorno della gara. I panorami ora sono molto più attraenti e si arriva al punto più alto del circuito, ora ci deve essere per forza la discesa, infatti si parte infilandosi in un lungo toboga in mezzo agli alberi. Il terreno è un po viscido perché ultimamente è piovuto in abbondanza, ma si fila che è un piacere e con un po di saliscendi si arriva alla discesa del Beato. Qui il sentiero diventa roccioso e la strada punta decisamente verso il basso, c’è da stare attenti si raggiungono alte velocità, si arriva praticamente di nuovo a Costacciaro, la discesa è divertente e tecnica. Ora si risale di nuovo per uno dei miei sentieri preferiti lo Schioppo, che non viene percorso per intero, ma si devia per imboccare un sentiero che non avevo mai percorso e poco dopo si ritorna a scendere. Questa nuova discesa è veramente divertente e non averla mai percorsa mi ricorda che c’è sempre una strada nuova anche dove non te l’aspetti, è un single trak tutto curve e rilanci in mezzo agli alberi, che per l’occasione sono ricoperti di cartelloni pubblicitari e creano un ambiente molto racing. Il sentiero scorre via velocemente, e si riprende una delle salite percorse ad inizio tracciato, fino a ritornare verso il punto di partenza, prima però un’ultima salitina cattivissima e poi discesa fino al traguardo. Un gran giro, divertente panoramico e tutto da guidare, complimenti a chi ha disegnato il percorso, da rifare al più presto.
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Un giro da quattro ore
Come tante persone anche io a volte ho le giornate piene, così se ho l’occasione mi ritaglio uno spazio per andare in mountain bike. Conosco i miei tempi su alcuni giri definiti “classici” e oggi ho deciso di andare a monte Cucco. Il giro della faggeta di Val di Ranco è un itinerario da quattro ore e così salto in bici e parto.
Il tempo è buono, cosa rara in questo maggio molto irlandese e mi godo il caldo di questa primavera. Pedalo verso Melano, un bel paesotto in cima ad un colle e arrivo in un’ora alle pendici del Cucco. Ora mi aspettano i classici nove kilometri di salita su strada bianca, oggi credo che non mi dispiacerà pedalare sotto il sole, anzi mi avvio con calma ma senza perdere tempo. Salgo salgo salgo e arrivo al valico di monte Testagrossa, chissà chi avrà dato il nome a questa cima, a volte me lo chiedo. Ripensandoci alla periferia di Fabriano c’è monte Coccodrillo, è meglio non farsi queste domande. Pedalo, il panorama sul lato sud del Cucco è sempre spettacolare, salendo l’ultimo tratto di strada per Val di Ranco ho anche la visuale sulla valle di Gualdo Tadino. Con il sole e questo verde primaverile ho voglia di fermarmi a guardare il panorama, ma questo è un giro da quattro ore e devo rispettare la tabella di marcia. Entro nella valle, finisce il tratto asfaltato e inizia la faggeta, che bello questo posto, ogni volta che ci vengo mi piace sempre di più, ed è solo a venti kilometri da casa mia. Il sentiero che percorro è un continuo su e giù, non è difficile, ma bisogna stare attenti ci sono dei tratti con molte radici e pietre, però è veramente divertente. Ad un certo punto la pendenza si accentua e si arriva in fondo alla valle del Rio Freddo, da qui si risale a Passo Porraia e giù di nuovo percorrendo una velocissima carrareccia. Anche se siamo passati dall’altro lato di monte Cucco, i panorami rimangono sempre molto belli e purtroppo guardarli a questa velocità è pericoloso, meglio fermarsi e rischiare di meno. Arrivo al borgo di Piaggiasecca, è stato ristrutturato da pochi anni, adesso è veramente bello, continuo a scendere e arrivo all’asfalto. Ci sarebbe una strada bianca da fare, ma è sempre il giro da quattro ore e mestamente mi avvio verso casa su asfalto, passo tutti i paesini della vallata e arrivo sulla statale. Ora non resta che sbrigarmi, con il ricordo in testa di un giro spettacolare ma dai tempi dettati, sembra quasi una gara di enduro, ci mancano solo i controlli.