Oggi si va a provare il percorso della prova di super enduro a Gualdo Tadino, il tracciato è stato modificato in parte rispetto all’anno passato. Rimane sempre bello ed impegnativo. Ancora una volta le nostre mountain bike sui percorsi dell’Umbria.
Oggi si va a provare il percorso della prova di super enduro a Gualdo Tadino, il tracciato è stato modificato in parte rispetto all’anno passato. Rimane sempre bello ed impegnativo. Ancora una volta le nostre mountain bike sui percorsi dell’Umbria.
Come tante persone anche io a volte ho le giornate piene, così se ho l’occasione mi ritaglio uno spazio per andare in mountain bike. Conosco i miei tempi su alcuni giri definiti “classici” e oggi ho deciso di andare a monte Cucco. Il giro della faggeta di Val di Ranco è un itinerario da quattro ore e così salto in bici e parto.
Il tempo è buono, cosa rara in questo maggio molto irlandese e mi godo il caldo di questa primavera. Pedalo verso Melano, un bel paesotto in cima ad un colle e arrivo in un’ora alle pendici del Cucco. Ora mi aspettano i classici nove kilometri di salita su strada bianca, oggi credo che non mi dispiacerà pedalare sotto il sole, anzi mi avvio con calma ma senza perdere tempo. Salgo salgo salgo e arrivo al valico di monte Testagrossa, chissà chi avrà dato il nome a questa cima, a volte me lo chiedo. Ripensandoci alla periferia di Fabriano c’è monte Coccodrillo, è meglio non farsi queste domande. Pedalo, il panorama sul lato sud del Cucco è sempre spettacolare, salendo l’ultimo tratto di strada per Val di Ranco ho anche la visuale sulla valle di Gualdo Tadino. Con il sole e questo verde primaverile ho voglia di fermarmi a guardare il panorama, ma questo è un giro da quattro ore e devo rispettare la tabella di marcia. Entro nella valle, finisce il tratto asfaltato e inizia la faggeta, che bello questo posto, ogni volta che ci vengo mi piace sempre di più, ed è solo a venti kilometri da casa mia. Il sentiero che percorro è un continuo su e giù, non è difficile, ma bisogna stare attenti ci sono dei tratti con molte radici e pietre, però è veramente divertente. Ad un certo punto la pendenza si accentua e si arriva in fondo alla valle del Rio Freddo, da qui si risale a Passo Porraia e giù di nuovo percorrendo una velocissima carrareccia. Anche se siamo passati dall’altro lato di monte Cucco, i panorami rimangono sempre molto belli e purtroppo guardarli a questa velocità è pericoloso, meglio fermarsi e rischiare di meno. Arrivo al borgo di Piaggiasecca, è stato ristrutturato da pochi anni, adesso è veramente bello, continuo a scendere e arrivo all’asfalto. Ci sarebbe una strada bianca da fare, ma è sempre il giro da quattro ore e mestamente mi avvio verso casa su asfalto, passo tutti i paesini della vallata e arrivo sulla statale. Ora non resta che sbrigarmi, con il ricordo in testa di un giro spettacolare ma dai tempi dettati, sembra quasi una gara di enduro, ci mancano solo i controlli.
Ci sentiamo regolarmente su un forum online, e per questa domenica (12 maggio), ci siamo dati appuntamento a Pian delle Macinare sul Monte Cucco. Arrivo alle otto e trenta, e siamo i primi di un gran gruppo, saremo a partire in ventidue. Alcuni di noi sono andati a Gualdo tadino per lasciare delle macchine per fare la spola. Siamo tutti in sella verso le nove e trenta, partiamo per andare a percorrere le creste di monte Cucco.
Attraversiamo la madre dei faggi, incredibile località che ci permetterà di arrivare a Val di Ranco, da qui iniziano le creste meta del nostro giro. Il percorso è tosto e a volte non si riesce a pedalare e si spalla la bici. I partecipanti sono tutti esperti di all mountain e la marcia procede verso il Valico di Fossato. Al valico si inizia a salire verso le pale eoliche sempre di Fossato di Vico. Abbiamo percorso le creste con un’alternarsi di sole e nebbia, queste veloci variazioni climatiche hanno reso il giro eccezionale,i panorami si nascondevano e apparivano all’improvviso.
Le creste dividono le due regioni delle Marche e dell’ Umbria oggi con queste condizioni erano bellissime, passando dal grigio della nebbia al verde più intenso della piovosa primavera di quest’anno. Ma ora siamo in salita e che salita, ci sono quattro strappi veramente provanti e il gruppo si allunga. Ci ritroviamo per percorrere un lungo single trak che dapprima in discesa e poi con una breve salita ci porta in località Valsorda.
E’ ora di pranzare e qui c’è un locale che è già assalito dai turisti e ora anche da noi. Fortuna vuole che oggi c’è anche uno stand della comunanza agraria di Gualdo Tadino, che gentilmente offrono vin cotto e braciole appena cotte alla graticola. Vi risparmio i particolari, ma voglio ringraziare pubblicamente la comunanza per il gran pranzo, ora ci aspetta l’ultima salita di giornata, quella che ci porterà all’attacco dell’ultima discesa. La famosa discesa della Spina, un lunghissimo sentiero ripido e sassoso, tutte curve divertentissimo. Partiamo a gruppetti e si procede filati verso il fondovalle. Il sole ci scalda ormai da un paio d’ore e immersi nel verde del bosco arriviamo in fondo alla discesa.
Ora ci aspetta dello street riding, tanto per non farsi mancare niente, i ventidue si gettano lungo le viuzze cercando scalinate da fare, e qui a Gualdo non mancano di certo. Come tutti i raduni si arriva al termine del divertimento e ci tocca ritornare a Pian delle Macinare a riprendere le macchine. Ascoltando i commenti durante e alla fine del giro, i partecipanti si sono divertiti e hanno apprezzato le montagne delle due regioni, oggi al massimo del verde e del silenzio. Penso che potremmo ripetere anche un’altro raduno sul Cucco, questi ventidue verranno.
Per la cronaca al ritorno da P. delle Macinare c’è stata una foratura di una macchina che si aggiunge alle due forature in bici, e ciliegina sulla torta il temporale che vedevamo all’orizzonte, è arrivato portando acqua a catinelle e anche un po di grandine. Almeno ha beccato gli impavidi cavalieri dentro alla gelateria e non in sella.
Grande Tot ideatore del progetto Cucco.